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Titoli azionari e Obbligazioni Parmalat – come recuperare il danno …

Parmalat 20/04/2007 Importanti novit? da punto di vista giudiziario su Parmalat.

Le societ? di revisione Deloitte&Touche e Dianthus (la ex Deloitte Italia) hanno chiesto il patteggiamento nellambito del processo sul crack del gruppo di Collecchio. Deloitte&Touche si ? detta disposta a risarcire gli obbligazionisti con una somma pari all1,5% del valore nominale dei bond per i titoli acquistati fino al 18 dicembre del 2003. Il Sole 24 Ore scrive che le domande di risarcimento dovranno essere presentate entro il 31 ottobre del 2007. Tuttavia, i rappresentanti degli obbligazionisti non sarebbero entusiasti di questa proposta. Intanto, il Gup di Parma ha accolto le richieste di patteggiamento di 19 imputati del processo Parmalat. Tra queste ci sono anche i due figli di Calisto Tanzi e lex direttore finanziario, Alberto Ferraris. Grazie allindulto, gli imputati non torneranno pi? in carcere. Da Altroconsumo riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa: Processo Parmalat: le due nuove aggravanti da contestare agli imputati presentate oggi in aula a Milano dallaccusa sono finalizzate a riaprire i termini della procedura e permettere agli avvocati della difesa di chiedere un patteggiamento, i cui tempi erano scaduti. Risultato: dopo quattro anni si punta al colpo di spugna. Altroconsumo non ha mai sostenuto la linea del procedimento penale per il risarcimento dei danni; difatti lassociazione indipendente di consumatori gi? da un anno ha dato via a una causa civile per 38 milioni di euro di risarcimento per i risparmiatori coinvolti nel procedimento. Tuttavia, Altroconsumo ? contraria al patteggiamento sulla vicenda Parmalat, i cui effetti sarebbero immediati, lazzeramento di posizione per chi si ? costituito parte civile e un chiaro messaggio ai truccatori di bilancio: ? possibile farla franca. Per Altroconsumo il risarcimento da riconoscere ai risparmiatori frodati dovrebbe essere congruo e non il misero 1,4% del valore nominale delle obbligazioni offerto da Deloitte e Dianthus nel processo a Milano. Prosegue invece, senza indugi, la causa civile iniziata da Altroconsumo a difesa di oltre 2700 risparmiatori coinvolti nel crac. Intanto, Cheuvreux ha ripreso la copertura sul titolo con un giudizio Outperform (far? meglio del mercato) e un target price di 3,7 euro. Gli analisti ritengono che la buona performance messa a segno nel business del latte possa portare a una discreta crescita dellutile per azione del gruppo nei prossimi anni. (tratto da Soldionline.it)

La Repubblica 25-4-2007 PARMALAT Ecco gli istituti che hanno venduto 200 milioni di bond prima del crac A gennaio 2003 i grandi creditori di Tanzi avevano 229 milioni di titoli, a dicembre erano diventati 31 ETTORE LIVINI

I big del credito hanno ridotto dell87% gli investimenti sul gruppo nel 2003, in un floppy Bankitalia i movimenti Intesa, Sanpaolo, Mps e Unicredit Parmalat, la grande fuga delle banche MILANO – Sar? stato fiuto. Sar? stato un fenomeno di preveggenza collettiva. Ma proprio alla vigilia del crac Parmalat di dicembre 2003 – mentre i risparmiatori italiani facevano ancora incetta di titoli del gruppo – le banche di casa nostra hanno venduto a mani basse azioni e obbligazioni della societ? emiliana, riducendo dell87% la loro esposizione nei 12 mesi precedenti il default e uscendo quasi indenni dal disastro di casa Tanzi. La grande fuga dal capitale di Collecchio degli istituti di credito (che hanno sempre sostenuto di non aver mai avuto alcun sentore della reale situazione finanziaria della societ?) ? fotografata dai dati catalogati in un floppy disk spedito il 17 novembre 2005 dalla Banca dItalia alla Procura emiliana e archiviato come atto 76 del procedimento 2395/05 del processo. Il dischetto ricostruisce mese per mese i movimenti in conto proprio del sistema creditizio nazionale su strumenti finanziari del gruppo. E i risultati di questo lavoro certosino sono semplici: a gennaio 2003 le maggiori banche italiane avevano in portafoglio quasi 230 milioni di titoli Parmalat. A fine dicembre, al momento del fallimento, nelle loro tasche ne erano rimasti solo 31 milioni. Met? dei quali, oltretutto, di propriet? della Bpi (allora guidata da Gianpiero Fiorani) che muovendosi controtendenza si era imbottita di bond proprio alla vigilia del fallimento arrivando ad accumularne fino a 114 milioni al 30 novembre. Il fuggi-fuggi ? generalizzato. Il Sanpaolo di Torino ha ridotto da 101 milioni a 126mila euro la sua esposizione con Collecchio nei 12 mesi prima del crac. Unicredit (che nel 2002 tramite Ubm aveva curato con Intesa un ampio piano di emissione di bond Parmalat) ha fatto piazza pulita dei titoli del gruppo scendendo dagli 83 milioni di inizio gennaio ai 4 di dicembre. Lo stesso hanno fatto listituto di Giovanni Bazoli (scesa da 13 a 2 milioni proprio mentre la sua controllata Nextra varava nuove obbligazioni) e Monte Paschi Siena (da 23 a 6). Deutsche Bank, che a settembre 2003 aveva illuso il mercato annunciando di aver rilevato il 5% del gruppo dei Tanzi, in realt? nelle stesse settimane completava il suo disimpegno finanziario, vendendo i pochi titoli che si ritrovava in portafoglio. Le cifre sono diverse ma il risultato ? identico: le banche sono uscite dallavventura di Collecchio senza perdere quasi niente. Anzi. Quelle di loro che si sono ritrovate esposte con le societ? operative della galassia Tanzi, quelle che hanno rimborsato al 100% i creditori dopo lamministrazione controllata, hanno messo assieme da quel gelido (in tutti i sensi) dicembre guadagni a tre cifre. I saldi collettivi di titoli Parmalat del 2003 hanno attirato lattenzione dei pm di Milano e del capoluogo italiano. Le banche, sostengono i magistrati, avevano in teoria molti strumenti per capire che le cose in casa Tanzi non andavano tanto bene. Cerano i dati della centrale rischi di Banca dItalia, dove i debiti del gruppo risultavano diversi da quelli iscritti a bilancio. Le banche dati sulle emissioni obbligazionarie segnalavano volumi di collocamenti diversi da quelli denunciato. E molti dei comitati crediti interni da anni mettevano in guardia sulla scarsa affidabilit? finanziaria del socio di riferimento. Calisto Tanzi ? come ? emerso dal processo ? gi? a fine millennio era quasi sempre in cronico ritardo persino sul pagamento delle rate per i mutui accesi a titolo personale. Fatti che in fondo potrebbe aiutare a dare una lettura diversa alle mosse delle banche alla vigilia del crac. Il cerino alla fine ? rimasto in mano ai risparmiatori, con 85mila italiani che si sono ritrovati a dicembre 2003 con 7 miliardi di bond che valevano poco pi? che carta straccia. Spesso clienti poco fortunati (o mal consigliati) di quegli stessi istituti che quellanno hanno fatta piazza pulita di titoli Parmalat. Basta pensare ai 32mila correntisti del Sanpaolo, travolti dal default mentre la loro banca nel 2003 ha ridotto del 99,9% la sua esposizione con Collecchio. Per loro fortuna (si fa per dire) il concordato ha permesso di salvare la societ? e grazie alla cura di Enrico Bondi (e alla corsa del titolo in Borsa) sono rientrati adesso tra il 39 e il 57% dellinvestimento iniziale. Ma se solo la banca avesse curato i loro risparmi come ha tutelato i suoi, molti di loro forse non si troverebbero oggi a piangere sul latte versato.

27/07/2006 Parmalat – class action

I principali quotidiani finanziari riportano che la notizia della class action promossa da alcuni investitori statunitense nei confronti della vecchia Parmalat sar? allargata anche al nuovo gruppo. A questo punto ? verosimile che lattuale numero uno di Parmalat, Enrico Bondi, contesti la richiesta. Intanto ieri a Parma si ? tenuta una nuova udienza del processo Parmalat. Anche in questa occasione non si ? giunti a decisioni concrete. Il prossimo appuntamento ? stato fissato per il 4 ottobre, dopo la pausa estiva, mentre il 27 dello stesso mese il processo vedr? coinvolti anche gli istituti bancari, in particolare il presidente di Capitalia, Cesare Geronzi, per il caso Ciappazzi. Il settimanale Economy ha pubblicato unintervista a Calisto Tanzi, lex numero uno di Parmalat. Lex manager ha messo laccento sulle forti capacit? industriali del gruppo, come evidenziano i recenti risultati finanziari, mentre si rammarica per non aver avuto maggiori conoscenze per le attivit? finanziarie. Tanzi critica anche la politica di ridimensionamento condotta negli ultimi anni dagli attuali manager. . (tratto da Soldionline.it)

02/03/2006 – Parmalat – Iniziato il processo alle banche estere

Ieri a Milano ? iniziato il processo Parmalat che vede le banche estere imputate per aggiotaggio e diffusione di notizie false al mercato. Nella prima udienza preliminare sono state raccolte le richieste di costituzione di parte civile. (tratto da Soldionline.it)

01/03/2006 – Parmalat – Deposizione di Bondi: Le banche sapevano

Enrico Bondi, nella sua deposizione presso il Tribunale di Milano, ha descritto le modalit? con cui Parmalat sarebbe stata tenuta artificialmente in vita nonostante lo stato di dissesto in cui si trovava. Lamministratore ha dichiarato: E fuori dubbio che le banche fossero a conoscenza della reale situazione di Parmalat. Gli istituti quindi, in particolare Bank Of America che aveva rapporti molto stretti con lazienda, non potevano non sapere perch? come ha raccontato Bondi, bastavano semplici confronti tra il livello del debito segnalato dalla centrale dei rischi e il debito a bilancio.Per Bondi inoltre, le banche italiane sono state impegnate in prevalenza in operazioni di finanza ordinaria, anticipo su fatture attive, Riba. (tratto da Soldionline.it)

06/02/06 Parmalat:da Soldionline

Ieri il titolo Parmalat ha guadagnato il 2,76% con elevati volumi grazie alla spinta arrivata dal giudice americano che ha dato il via libera a procedere per 3 delle 15 richieste avviate da Enrico Bondi nei confronti di Bank Of America. Il gruppo di Collecchio potr? ricorrere alle legge antifrode (Rico) che in caso di vittoria permetterebbe di triplicare le richieste di risarcimento. Il Sole 24 Ore riporta un articolo in cui si fa il punto sulle operazioni tra Parmalat e la banca americana. Oltre ai finanziamenti alle controllate in Argentina e Venezuela, sono sotto accusa le transazioni con la brasiliana Parmalat Administrarco. La banca avrebbe aiutato Parmalat a fornire una falsa rappresentazione dellazienda al mercato omettendo informazioni rilevanti. I quotidiani informano che su Cesare Geronzi e altri manager ai vertici della banca di Roma non pesa soltanto laccusa di bancarotta fraudolenta ma anche quella di usura. La Procura di Parma che indaga sul crac Parmalat ha puntato il dito contro quasi tutte le operazioni tra Capitalia e Parmalat compiute negli ultimi anni, quando ormai difficilmente non si potevano notare i segni del dissesto. Laccusa di usura aggravata emergerebbe in particolare dalla vicenda Ciappazzi, lazienda di acque minerali che Calisto Tanzi sarebbe stato costretto ad acquistare da Ciarrapico in modo da fornire a questultimo i fondi per rientrare dei debiti contratti con la Banca di Roma. I giudici hanno definito loperazione un investimento autolesionistico anche perch? Capitalia avrebbe finanziato la Parmalat con 38 milioni di euro in gran parte da restituire dopo 6 mesi e a tassi molto elevati. Secondo la Procura quindi, la banca ha contribuito a sostenere le operazioni dolose della Parmalat grazie alle quali poteva rimanere in vita e collocare ai risparmiatori bond per oltre un miliardo di euro. Per evitare la richiesta di rinvio a giudizio, Geronzi e gli altri accusati hanno venti giorni per presentare le loro controdeduzioni.

19/10/05 Parmalat: cambi al vertice

La Repubblica scrive che i fondi di investimento si stanno organizzando per creare una lista di consiglieri da presentare allassemblea dei soci di Parmalat, in calendario per il 7 novembre. Lobiettivo ? quello di insediare un management indipendente dagli istituti bancari. Il Messaggero riporta le stime di Granarolo, che valuta Parmalat circa 4,5 miliardi di euro, 2 miliardi per la parte industriale, mentre i restanti 2,5 miliardi sono relativi alla possibilit? di incassare una parte dei soldi richiesti da Bondi con le azioni revocatorie. Intanto, la societ? alimentare starebbe preparando lopa sul gruppo di Collecchio. Secondo quanto scritto sul quotidiano, Granarolo potrebbe utilizzare due societ? di nuova costituzione, per minimizzare limpatto fiscale. Non dovrebbero esserci problemi dal punto di vista finanziario, in quanto alcuni importanti istituti bancari internazionali avrebbero gi? garantito il loro appoggio. (tratto da Soldionline.it)

13/10/05 Riassetto societario per Parmalat

I quotidiani finanziari scrivono che la Emmegi, controllata di Parmalat, verr? ceduta dopo la stima economico-finanziaria. Lazienda di Collecchio ha, inoltre, deciso di investire alcuni milioni di euro nei due stabilimenti della Latte Sole che si trovano a Catania e Ragusa, in modo da aumentare la capacit? produttiva. Gli accordi presi con le parti dovranno poi essere esaminati dal nuovo consiglio di amministrazione che si riunir? il mese prossimo. Dalle comunicazioni alla Consob, emerge che dopo la quotazione in Borsa, la quota in Parmalat detenuta da Capitalia ? rimasta invariata al 5,534%. Banca Intesa ha, invece, incrementato leggermente passando dal 2,11% al 2,258 e lo stesso ha fatto Jp Morgan Chase che ha raggiunto il 2,604% dal 2,3%.(tratto da Soldionline.it)

10/10/05 Nuova Parmalat: Troppo volatile ed incontrollabile

Milano Finanza di sabato scrive che Parmalat nei due giorni di quotazione ha dimostrato una volatilità troppo elevata e incontrollabile. Inoltre, il gruppo di Collecchio si trova ad affrontare una situazione molto incerta legata all’andamento delle controversie legali. Secondo la banca d’affari Lehman Brothers, è riduttiva l’ipotesi che Parmalat recuperi dalle cause risarcitorie solo il 6,6% dei circa 40 miliardi richiesti. Questo perché la normativa italiana impone l’onere della prova a carico delle banche. Sarà quindi compito degli istituti dimostrare che nulla avevano a che fare con gli illeciti commessi a Collecchio. Sempre secondo gli analisti, le attività strategiche della Parmalat valgono 2,55 miliardi di euro utilizzando il metodo della somma delle parti. Lo stesso quotidiano riporta che i titoli dell’azienda potrebbero beneficiare di un ricco dividendo grazie all’accordo che stabilisce la distribuzione di almeno il 50% degli incassi derivanti dalle cause, sotto forma di cedole.
Il Sole Plus riporta che quest’anno i ricavi netti dovrebbero attestarsi a 3,7 miliardi mentre nel 2007 non supereranno i 3,9 miliardi di euro. Il margine operativo lordo è stimato quest’anno a 302 milioni, cifra che dovrebbe crescere fino a 454 milioni nel 2007. Per le case d’affari rimane difficile esprimere un giudizio sul titolo Parmalat visto che molto dipende da come andranno le vicende legali, Amf (Analisi Mercati Finanziari) si sbilancia attribuendo giudizio “neutral” con target price a 1,7 euro. Intanto, voci riportate dal Sole 24 Ore affermano che alla lista degli interessati al gruppo di Collecchio potrebbe aggiungersi anche il colosso americano della grande distribuzione Cargill. Il Corriere della Sera di sabato scrive che la performance negativa di venerdì è dovuta con molta probabilità all’uscita dal capitale di Parmalat dei fondi speculativi che avevano rastrellato le vecchie obbligazioni durante gli scorsi mesi. Inoltre, l’investment bank londinese Advicorp ha fatto sapere di aver smobilizzato giovedì il 90% delle azioni Parmalat che aveva in portafoglio per un ammontare di diversi milioni di euro. Sul fronte dell’eventuale Opa, il presidente di Granarolo ha detto che fino a che non si saprà chi sono i soci di Parmalat, si può solo stare ad osservare l’evolversi della situazione. (tratto da Soldionline.it)

05/08/05 Class action contro Bank of America a rilento

MF informa di un possibile allungo dei tempi nelle vicende giudiziarie di Parmalat. Un giudice della Distretto Meridionale di New York ha, infatti, stabilito che le azioni legali intentate dal commissario Bondi contro Bank of America, Deloitte e Grant Thornton, non potranno partire prima del 2007. La class action in particolare, avrà inizio solo dal 2 aprile 2007. Logico che le vicende giudiziarie avranno ripercussioni sul titolo una volta che Parmalat tornerà alla quotazione. Questo scenario potrebbe essere evitato se le banche scegliessero l’accordo extragiudiziale come hanno già fatto diversi istituti chiamati in causa. Sempre secondo l’articolo, i sindacati non vedrebbero di buon occhio la possibile acquisizione di Parmalat da parte di Granarolo e Lactalis, le due aziende che hanno manifestato interesse.
Sullo stesso quotidiano viene indicato che riguardo a Luca Sala, il funzionario di Bank of America fermato negli scorsi giorni, i pm puntano il dito su 30 milioni di dollari trovati su alcuni conti esteri dello stesso Sala che sarebbero il frutto di commissioni relative alle operazioni di private placement. (tratto da Soldionline.it)

29/06/2005 – Condanne per crack Parmalat. Il debito sale a 11,2 miliardi

I quotidiani nazionali riportano le condanne per i responsabili del crac Parmalat. Stefano Tanzi figlio di Calisto, Fausto Tonna e lavvocato Zini hanno patteggiato pene comprese tra i 23 mesi e i due anni e mezzo per vari reati tra cui aggiotaggio. Pochi dei condannati andranno effettivamente in prigione e, probabilmente, vi rimarranno tempi brevi. Per Calisto Tanzi rimane aperto il processo a Parma dove rischia fino a 10 anni. Diversi quotidiani inoltre scrivono che Parma calcio sarebbe stato ceduto allimprenditore Gaetano Valenza per circa 30 milioni di euro. Loperazione sarebbe stata conclusa con il beneplacito del Governo e del commissario straordinario Bondi. Ma il presidente del Parma calcio, Guido Angiolini, interpellato sulla notizia, ha dichiarato che non vi ? stato alcun incontro e se ci sar? qualcosa da fare ci? avverr? entro il 30 giugno. Parmalat ha, inoltre, comunicato i conti relativi ai primi 5 mesi dellanno. Rispetto allo stesso periodo dellesercizio precedente i ricavi sono cresciuti del 7,5%. In aumento anche il margine operativo lordo, passato da 101,3 a 115,6 milioni di euro. Lindebitamento finanziario ? aumentato di 129,9 milioni rispetto a fine 2004 attestandosi cos? al 31 maggio 2005 a 11,2 miliardi. (tratto da Soldionline)

17/06/2005 – Proposta di concordato Parmalat

I principali quotidiani riportano che, dal 28 giugno al 26 agosto, si svolgeranno le operazioni di voto sulla proposta di concordato presentata dal commissario straordinario di Parmalat. Coloro che esprimeranno parere favorevole (tra cui rientra chi non far? pervenire il voto), andando a votare presso le banche dove hanno sottoscritto i bond, potranno diventare azionisti e i loro crediti verranno convertiti, ai rapporti di concambio stabiliti diversi mesi fa. Se il concordato avr? esito positivo, Parmalat potr? sbarcare in Borsa verso lautunno mentre se la proposta venisse respinta, per lazienda di Collecchio si aprirebbero le porte della cessione degli asset e, come ipotesi estrema, del fallimento. (tratto da Soldionline)

03/06/2005 – Consob: Prospetto informativo di Parmalat non revisionato

Finanza e Mercati riporta che diversi dati contenuti nel prospetto informativo a cui la Consob ha dato il via libera nelle scorse settimane, non sarebbero stati oggetto di revisione. Tra questi: il margine operativo lordo, il margine operativo prima di svalutazioni, ammortamenti e accantonamenti. In merito alla vicenda, la societ? di revisione PriceWaterhouseCoopers non ha esposto chiarimenti. La Gazzetta di Parma riporta due articoli nel quale si legge che cooperative come Granarolo, Cooperlat, Latterie Mantovane, 3A Arborea ed altre cooperative lattiero casearie venete sarebbero pronte a rilevare la Parmalat. Il Presidente Bruni di Fedagri ConfCooperative per?, ribadisce che lostacolo maggiore alloperazione ? dovuto alle regole dellAntitrust. Laltro articolo dello stesso quotidiano riporta la vicenda del Latte FrescoBlu, messo in commercio da Parmalat prima del crac grazie anche allaiuto del Ministero dellAgricoltura.

30/05/2005 – Pubblicato il prospetto informativo per la quotazione della nuova Parmalat

? stato pubblicato dai principali quotidiani nazionali un estratto del prospetto informativo per la quotazione di Parmalat, che, stando alle ultime indicazioni, potrebbe tornare in borsa allinizio dellautunno. Il documento contiene una serie di pagine che segnala ai potenziali investitori i rischi connessi allinvestimento nella nuova societ?. Non va dimenticato che il progetto di quotazione si fonda sul voto dei creditori e degli ex obbligazionisti alla proposta di concordato studiata da Enrico Bondi per trasformare i loro crediti nei confronti del gruppo di Collecchio in azioni della societ?. Alla luce delle attuali proporzioni dei crediti il maggiore azionista della nuova Parmalat sar? Capitatalia, con una quota che potrebbe aggirarsi intorno al 5,3%. Con una quota superiore al 2% potrebbero esserci anche Banca Intesa, San Paolo-IMI e la Popolare di Lodi. Intanto, i magistrati della procura di Parma hanno interrogato lavvocato Giampaolo Zini, considerato il creatore del fondo Epicurum. (Fonte: Soldionline)

19/05/2005 – Gravi tensioni sul risanamento di Parmalat e la nuova quotazione

Non accenna a placarsi lo scontro tra Parmalat e Citibank. I principali quotidiani finanziari riportano la notizia che la banca daffari statunitense ha presentato al Tar del Lazio la richiesta di sospensiva del progetto di ristrutturazione del gruppo di Collecchio. In pratica Citibank, a cui Enrico Bondi ha chiesto un risarcimento di 10 miliardi di dollari per il presunto coinvolgimento del crac di Parmalat, contesta le modalit? con cui alcuni ministeri hanno approvato il progetto di nuova quotazione della societ?. (Fonte: Soldionline)

12/05/2005 – Indagini crack Parmalat: istituti di credito sotto accusa

I principali quotidiani riportano le responsabilit? delle 71 persone indagate per il crac Parmalat. Anche qui come per Cirio, gli istituti di credito nazionali ed esteri sono accusati di aver favorito una serie di operazioni finanziarie con lo scopo di rientrare della loro esposizione verso la societ?. Ora che si ? chiusa linchiesta, la Guardia di Finanza depositer? le 2 milioni di pagine elaborate e dopo 20 giorni dovrebbe partire la richiesta di rinvio a giudizio. Rimane aperto il fascicolo di inchiesta nei confronti delle banche che vede indagate 34 persone. Anche questo filone ? in dirittura di arrivo e vi ? la probabilit? che alla fine vi sar? ununica udienza preliminare. (Fonte: Soldionline)

11/05/2005 – Consob contesta ufficialmente le revisioni dei bilanci di Parmalat

I principali quotidiani riportano che la notizia che la procura di Parma avrebbe rilevato l’esistenza di una struttura parallela all’interno di Parmalat, costituita per mantenere rapporti privilegiati con il modo politico. Secondo i magistrati questi rapporti prevedevano anche contropartite monetarie. Inoltre, la procura di Parma avrebbe scoperto anche alcuni conti del gruppo a San Marino. Intanto, la Consob ha notificato ufficialmente alla società di revisione Deloitte & Touche Italia la contestazione sull’operato, in merito alla certificazione di bilanci del gruppo di Collecchio fino al 2003. Ora toccherà ai legali dei revisori presentare la memoria difensiva. MF, invece, riprende le dichiarazioni del direttore generale del gruppo di Collecchio, Carlo Prevedini, secondo cui Parmalat potrebbe tornare in Borsa a settembre. (Fonte: Soldionline)

15 marzo 2005 – Parmalat: proseguono le indagini della Procura di Milano

Il Sole 24 Ore riporta la notizia di un vertice tra i magistrati delle procure di Parma e di Milano, che si occupano di indagare sul crak di Parmalat. L’incontro è servito per fare il punto sulle indagini a un anno dall’inizio dell’inchiesta. Intanto, nel filone delle indagini della procura di Milano sarebbe entrata anche la banca svizzera Credit Suisse First Boston, in seguito all’emissione di un prestito obbligazionario della controllata Parmalat Brasil.
Altri quotidiani, invece riportano alcuni stralci di uno studio su «Default e piazza finanziaria», curato dal Crea, il Centro ricerche economico-aziendali dellUniversità Bocconi di Milano. Stando ai dati elaborati da questa ricerca, i primi tre gruppi bancari italiani avrebbero collocato, da soli, due terzi dei bond Parmalat nelle mani dei risparmiatori. (tratto da Soldionline)

24/02/2005 – Parmalat: note le difficoltà sin dal 1998

MF riporta le dichiarazioni di Enrico Bondi, che ha comunicato di aver ricevuto 12 manifestazioni di interesse per i marchi Mr.Day e Grisbì. Intanto, resta difficile la situazione negli stabilimenti della Emmegi di Termini Imerese, lo stabilimento dove si produce il succo darancia rossa col marchio Santal. Gli operai hanno programmato nuovi presidi nella fabbrica.
Secondo Il Sole 24 Ore, Bank of America sarebbe stata a conoscenza delle difficoltà finanziarie della controllata brasiliana di Parmalat fino dal 1998. Nonostante questo, nello stesso anno il colosso bancario statunitense, avrebbe organizzato un’operazione di salvataggio per l’azienda del paese brasiliano, mascherandola con un’operazione di aumento di capitale. (tratto da Soldionline)

22/02/2005 – Tanzi: nuovamente sotto accusa gli istituti bancari

I principali quotidiani finanziari riprendono alcune dichiarazioni rilasciate da Calisto Tanzi nel corso dell’ultimo interrogatorio. L’ex numero uno di Parmalat avrebbe messo nuovamente sotto accusa gli istituti bancari, che avrebbero giocato un ruolo attivo nella vendita dei bond del gruppo ai risparmiatori. Intanto, resta concreta la possibilità che il processo possa essere trasferito alla procura di Brescia.
MF riporta la notizia che Enrico Bondi avrebbe avviato un’azione revocatoria per 160 milioni di euro nei confronti di Deutsche Bank. Inoltre, Bondi avrebbe chiesto al tribunale di New York la possibilità di visionare i documenti della società di revisione Deloitte & Touche sul gruppo di Collecchio. (tratto da Soldionline)

17/02/05 – Il processo Parmalat resta a Milano

I principali quotidiani mettono in evidenza che il processo Parmalat per aggiotaggio e false comunicazioni sociali resta a Milano. È stata rigettata, quindi, la richiesta di Massimo Dinoia, avvocato dell’ex consulente legale del gruppo, Gian Paolo Zini.
MF ricorda che Enrico Bondi sta continuando i lavori sui documenti necessari per poter riportare Parmalat in Borsa. Gli investitori retail negli Stati Uniti non potranno partecipare a questa operazione. (tratto da Soldionline)

03/01/2005 – Dichiarato lo stato di insolvenza di altre tre società del Gruppo Parmalat

I quotidiani finanziari riportano la notizia che il tribunale di Parma ha dichiarato lo stato di insolvenza di tre aziende del gruppo. Si tratta di Emmegi agro industriale, di Parmalat Malta holding e di Parmalat trading, società che a inizio dicembre erano già state ammesse alla procedura di amministrazione controllata. Inoltre, la Consob ha deciso che la proposta di concordato con i creditori debba essere inserita nel prospetto informativo che sarà predisposto per la quotazione in Borsa dalla Nuova Parmalat. Secondo Finanza e Mercati la quotazione della società potrebbe slittare alla fine di giugno del 2005.
(tratto da Soldionline

20/12/2004 – Le presunte rivelazioni di Tanzi: le banche sapevano del dissesto finanziario

Tutti i principali quotidiani riportano la notizia dell’incontro tenutosi sabato alla procura di Parma tra i magistrati che indagano sul crack Parmalat e l’ex numero uno del gruppo di Collecchio, Calisto Tanzi.

Il faccia a faccia tra i procuratori emiliani e Tanzi sarebbe avvenuto per preparare l’interrogatorio che si terrà dopo le feste di Natale. Dalle prime indiscrezioni, l’ex manager avrebbe coinvolto anche gli istituti bancari che nell’autunno del 2003 hanno organizzato alcune operazioni finanziarie per Parmalat. Secondo quanto riferito da Tanzi, queste banche, già dalla primavera del 2003, sarebbero state al corrente della situazione di dissesto del gruppo.
Intanto, è stata resa pubblica la lista dei creditori delle aziende del gruppo di Collecchio. Tra questi ci sono anche diversi istituti bancari italiani, come Capitalia e San Paolo-IMI, esposti verso la capogruppo rispettivamente per 287 e 251 milioni di euro.
Procede intanto il progetto di quotazione della nuova Parmalat. L’ultima parola spetterebbe ai creditori, coloro che, per una cifra complessiva di circa 20 miliardi di euro, sono stati ammessi al passivo delle società del gruppo. I creditori, infatti, dovranno approvare il documento predisposto dal commissario straordinario per ottenere dalla Consob e da Borsa Italiana il consenso alla quotazione.
Lapprovazione potrebbe arrivare nei prossimi giorni, anche se la tempistica per la quotazione non è stata ancora definita e dai vertici della nuova Parmalat non giungono notizie.
Le attività industriali di Parmalat sono state valutate circa 1,8 miliardi di euro, anche se Bondi punta a incrementare il valore della società tramite le azioni revocatorie, attraverso cui recuperare parte delle somme concesse da alcune banche internazionali.
(tratto da Soldionline).

17/12/2004- La Procura potrebbe aprire uninchiesta contro alcuni istituti bancari per truffa

Il Sole 24 Ore riporta la notizia dell’accelerazione delle pratiche per riportare in borsa Parmalat. Il commissario straordinario, Enrico Bondi, punta a far riprendere le quotazioni sul gruppo di Collecchio prima dell’estate, anche se un eventuale ritardo nella presentazione dei dati di bilancio del 2004 potrebbe far slittare la quotazione all’autunno. Intanto, la procura di Milano potrebbe aprire un’inchiesta per truffa contro alcuni istituti bancari, accusati di aver venduto i bond alla clientela retail, anche quando la situazione di dissesto del gruppo di Collecchio era di dominio pubblico. A questo riguardo Bnl sarebbe intenzionata a chiudere la controversia con Parmalat con un accordo extragiudiziale, sul modello di quello siglato nelle scorse settimane con Nextra. La banca romana è esposta nei confronti del gruppo di Collecchio per 145 milioni di euro.
(tratto da Soldionline)

17/12/2004 – Conclusa lammissione al passivo per Parmalat: richieste di rimborsi per 24,6 miliardi di euro

Su tutti i principali quotidiani è riportato l’elenco dei creditori di Parmalat, che sarà possibile consultare fin da oggi presso il Tribunale di Parma e che dal 23 dicembre sarà scaricabile dal sito Internet http://web.ltt.it/tribunale/home.htm
Le richieste complessive di rimborsi sono ammontate a 24,6 miliardi di euro, anche se è stato escluso un ammontare di 4,5 miliardi, per crediti ritenuti non ammissibili. La maggior parte dei crediti riguardano la capogruppo, con 10,5 miliardi, seguita da Parmalat Finance (5,2 miliardi). In pratica chi si trova nella lista di questi creditori avrà diritto a ottenere le azioni della nuova Parmalat, che dovrebbe sbarcare in Borsa a partire dal prossimo esercizio.
Resta ancora l’incognita della prima tranche di revocatorie richieste dal commissario straordinario nei confronti di 45 istituti bancari, di cui 35 italiani. Il loro ammontare si aggirerebbe nell’ordine dei 3 miliardi di euro. Intanto, per l’acquisto di Parmatour si sarebbe fatto avanti anche il gruppo spagnolo Globalia.
(tratto da Soldionline)

15/12/2004- Loffensiva legale di Bondi: rastrellamento di 3 miliardi da banche e finanziarie

I principali quotidiani italiani ricordano che in questi giorni il commissario straordinario di Parmalat potrebbe partire con un offensiva legale ad ampio raggio, con l’obiettivo di recuperare da un’ottantina tra istituzioni bancarie e finanziarie una cifra che potrebbe arrivare ai 3 miliardi di euro.
Nel mirino di Enrico Bondi ci sono alcune operazioni finanziarie concluse dalla vecchia Parmalat negli ultimi dodici mesi dell’attività dell’azienda (in pratica tutto il 2003). Si tratta prevalentemente di cessioni di crediti vantati da Parmalat verso controllate del gruppo. Attraverso questo sistema la società sarebbe riuscita ad ottenere liquidità in maniera fraudolenta. Secondo alcune indiscrezioni sarebbero coinvolte Tetrapak, la società di factoring della Bnl e la Popolare di Lodi.
Intanto, Enrico Bondi punta a fare approvare la proposta di concordato preventivo ai creditori di Parmalat entro la fine di gennaio del 2005. Dalla Gazzetta di Parma si apprende che dallinterrogatorio di Calisto Tanzi, fissato per questo sabato, gli inquirenti si attendono nuove e importanti dichiarazioni.
(tratto da Soldionline)


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