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Lehman Brothers: insinuazioni al passivo, non facciamoci illusioni

I risparmiatori di tutto il mondo che si sono affidati alle banche al fine di registrare i propri crediti nel riparto fallimentare del gruppo Lehman Bros., ma potrebbero rimanere con la sola carta straccia.

La strategia degli istituti italiani, coordinati dall’Abi, mira ad intermediare per conto della clientela la registrazione e il recupero dei crediti presso le amministrazioni delle società finite in amministrazione controllata. 
Sembra tuttavia che questa strada non sia percorribile, o quantomeno controversa: lo studio Alvarez&Marsal, nominato amministratore della casa madre Lehman Brothers Holding sulla quale pende la procedura fallimentare Chapter 11, ha presentato lo scorso maggio una mozione che esclude la rivendicazione dei crediti per conto di altre parti (ciò a causa della grande mole di rivendicazione dei crediti). In pratica o si muove il risparmiatore in prima persona, oppure rischia di rimanere escluso.

Chi non avesse provveduto autonomamente ed entro i termini ad iscriversi nei registri del riparto Lehman, rischia la nullità della registrazione e l’esclusione dal recupero, a meno che le emissioni obbligazionarie in possesso del risparmiatore non risultino già iscritte nei bilanci delle società del gruppo.
Uno dei problemi principali però che il debito obbligazionario Lehman non è ancora stato capillarmente identificato ed è alquanto articolato: molte emissioni risultano iscritte in carico a società veicolo di matrice estera (insomma … una sorta di presta nome presso stati con norme meno rigide).

L’Abi ha depositato un’istanza nel tentativo di contrastare questo provvedimento, tuttavia il problema rimane aperto. Il solito gioco dello scarica barile dunque: gli amministratori di Lehman sanno che la torta del riparto fallimentare è piccola mentre i creditori sono molti (troppi), così tentano di ridurne la quantità.
Dal canto loro le banche intermediarie tentano sistematicamente di indirizzare i clienti a rifarsi su Lehman … e come sempre finirà che a restare “con il cerino in mano” saranno i risparmiatori.

E’ bene infatti non farsi troppe illusioni: i pochi fortunati che entreranno a far parte del riparto fallimentare potrebbero vedersi riconoscere appena pochi spiccioli.
Per i possessori di bond Lehman meglio dunque non fare esclusivo affidamento sull’insinuazione al passivo, ma percorrere anche strade autonome nel tentativo di ottenere il ristoro del danno, come l’azione legale o una trattativa stragiudiziale contro la banca o l’intermediario che ha proposto l’investimento.


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