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Giacomelli Sport Group: il crack di una società che voleva crescere troppo in fretta

Il Gruppo Giacomelli Sport era attivo nel settore della distribuzione al dettaglio di articoli sportivi e commercializzava calzature sportive, abbigliamento tecnico e sportswear, attrezzistica e accessori recanti marchi delle aziende leader nel settore e di altre aziende presenti nel mercato degli articoli sportivi, sia attraverso punti vendita al dettaglio che attraverso il canale di vendita on-line.

Al 1996 la società capogruppo era denominata GM&GF Sport S.r.l e nel 1997 il gruppo iniziava una strategia di penetrazione dei mercati esteri rivolta a paesi dell’Unione Europea come Spagna, Portogallo, Belgio e Francia ed a stati dell’Europa dell’est attraverso la costituzione di società estere controllate direttamente o indirettamente dalla capogruppo.

Nel 2000 la GM&GF Sport Srl variava la propria denominazione in Giacomelli Sport Group SpA: il fitto processo di acquisizioni e di espansione condotto nella seconda metà degli Anni ‘90 aveva cagionato una forte crescita del debito e degli oneri finanziari in seno al gruppo, così ben presto la società dava corso ad una politica di reperimento di risorse economiche da parte di nuovi soci perfezionando nel 2001 la quotazione alla Borsa di Milano della Giacomelli Sport Spa. Le azioni della società furono sospese dalle contrattazioni nel 2003 ad un valore prossimo allo zero.

Il 7 marzo 2002 la neo-costituita lussemburghese Giacomelli Sport Finance SA, emetteva un prestito obbligazionario da 100 milioni di euro con scadenza 2007 di cui la capogruppo Giacomelli Sport Group SpA era garante: l’emissione rimase insoluta.

Comè accaduto per Cirio, Parmalat, Cerruti-Fin.Part, Finmek, La Veggia e molte altre aziende, il crack spalmato sul “parco buoi” (termine dispregiativo con il quale gli operatori professionali in genere definiscono gli inesperti risparmiatori privati) è stato tutt’altro che un fulmine a ciel sereno: nelle proprie consulenze a tutela dei risparmiatori malcapitati, lo Studio Pinaffo ha dimostrato come lo stato di dissesto economico del gruppo Giacomelli fosse una realtà oggettivamente evidente già antecedentemente alla formale dichiarazione di default.

Articolo archivio del 28 luglio 2008


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